Cercando Alice

Cercando_Alice D La Repubblica 23, Gennaio 2010

Carlotta Vissani intervista Camilla Trinchieri

Cercando Alice su D n.678 a p.26

“Alice adesso abita qui

Due donne, eroine delle proprie storie: Susan, sposata e in attesa del primo figlio nel Massachussets, torna con la memoria al ’44, l’anno in cui fuggì dall’Italia fascista superando il confine svizzero, le mani intrecciate a quelle della madre e della sorella. La vita di Alice, invece, batte tra Praga e Roma sullo spegnersi del secondo conflitto e di un matrimonio che si frantuma nella menzogna. Camilla Trinchieri, già autrice de Il prezzo del silenzio, ha avuto una vita personale e famigliare movimentata e complessa, a cavallo di tre metropoli. Ha scritto Cercando Alice alla ricerca delle proprie radici, tastando e scavando per ritrovare una figura materna forte, ma allo stesso tempo assente. Un “mother book”, le piace definirlo così, che ha dovuto mettere su carta per liberarsene prima e riappropriarsene poi, portando a termine un affresco che affonda nel peronale, nella Storia e nell’immaginato.

Che cosa c’è di lei nelle protagoniste di Cercando Alice?

Sono Susan nel desiderio di trovare una madre e di capire cosa le accadde negli anni brutali della Seconda guerra mondiale. Ma sono anche Claire, la bambina che nasce a Praga. Alice è la madre inventata, una madre che posso amare, che sbaglia forse, ma che non potrebbe fare di più. Credo non ci sia niente di Alice in me, anche se abbiamo in comune il disfacimento di un amore.

Ha detto di aver impiegato dieci anni per scrivere questo libro…
Mi interruppi perché dovetti andare a Praga. Avevo a disposizione sei mesi prima che mi validassero il visto e cominciai un giallo, il primo di sette pubblicati lì e in America sotto il nome di Camilla Crespi, protagonista una donna italiana che si rifà una vita a New York, come feci io. Ne avevo bisogno, per uscire dal mondo di Alice e per credere che anche questa storia, la mia lettera d’amore a mia madre, avrebbe finalmente visto la luce.”

 


GRAZIA #4-25 gennaio, 2010

Silvia Bergero
“Io recito tutti i miei personaggi
Due donne – madre e figlia – parlano a capitoli alterni da una distanza siderale: Alice dagli anni della guerra, Susie dal 1956; la prima dalla Praga occupata dai nazisti, da Roma non ancora aperta, da Cernobbio repubblichina; la seconda da una confortevole casa di Cambridge, Massachusetts. Susie vorrebbe la madre accanto a sé, ma Alice è morta cercando di attraversare il confine svizzero, mettendo però in salvo lei e la sorella Claire. Almeno questa è la versione ufficiale, che Susie non ha mai accettato. Per lei la madre è viva, anche se non sa dove sia. Cercando Alice è il nuovo romanzo di Camilla Trinchieri, di cui avevamo apprezzato Il prezzo del silenzio (Marcos y Marcos).

Camilla, padre italiano e madre americana, assistente al doppiaggio di Fellini e Visconti, negli Anni 80 abbandona l’Italia per New York dove incomincia una nuova vita, dapprima come venditrice di pasta, poi come scrittrice. Scrive in inglese: «Ho studiato nelle scuole americane o inglesi, seguendo mio padre diplomatico e non padroneggio bene la lingua, non so la grammatica. Ma dentro sono italiana e quando vedo il mio libro tradotto (da Erika Bianchi), mi sento finalmente completa», spiega in un ottimo italiano. In compenso, è bravissima in plot e dialoghi – le sue storie trascinano – ma in questo caso la suspence è anche e soprattutto psicologica. «I libri devono prenderti per mano, sussurrarti: “Dammi retta, ora ti racconto una storia”»

 

C’è una tensione emotiva fortissima che percorre la narrazione da cima a fondo, contagiando anche chi legge…
Sì, è la tensione che provavo mentre scrivevo, perché lo scheletro della storia è la storia mia, della mia famiglia. Nel ‘41 mio padre era all’ambasciata italiana di Praga, dove sono nata. Nel corso della guerra, mia madre si sentiva sempre più estranea a quel mondo e persino al marito “nemico” del suo Paese. Tornati a Roma, quando lui le proibì di tornare negli Usa, lei decise di fuggire in Svizzera con le figlie, di nascosto.

 

Quindi sono vicende che lei ha vissuto?
Sì, in parte, ero piccolissima: sono la Claire del romanzo.
Alcuni fatti me li ha raccontati mia madre, dopo, ma non so se veri o no. Lei si era ammalata dopo la mia nascita e dopo la guerra è passata da una clinica all’altra, io ho vissuto con mio padre. E’ anche per questo che ho scritto il libro, volevo onorarla inventando una madre, ora che sta per diventare madre a sua volta».

 

L’intreccio tra realtà e invenzione è strettissimo. Ha fatto altre ricerche, è tornata sui luoghi della narrazione?
Il libro è frutto di ricerche e di ricordi di persone che hanno subito la guerra. Quando sono tornata a Cernobbio, arrivata a una certa casa vicino al cimitero ho detto: è questa. Poi sono andata sul Monte Bisbino: mia sorella ricordava i campanellini sul filo spinato, che tintinnavano se ti impigliavi tentando la fuga… Ecco il libro è anche questo, un modo per dire a tutti loro: vi compatisco, vi sento, vi voglio onorare.

 

Camilla, lei è sposata, vive a New York al Greenwich Village e, oltre a scrivere, dipinge. Altre passioni artistiche?
Mi serve come diversivo alla scrittura, che è lenta, laboriosa, mentre io ho bisogno di qualcosa da vedere subito: dopo aver dipinto, mi sento liberata e ricomincio a scrivere. E da ragazza volevo fare l’attrice di teatro. Ora, quando scrivo, io recito tutte le parti e se Susie piange, piango anch’io.”


Cooperazione

Santo Piazzese
“Cercando Alice, dell’italo-americana Camilla Trinchieri( Marcos y Marcos) e’ uno di quei libri felici che fanno venire al recensore la voglia di astenersi da un commento puntuale…L’impulso forte di limitarsi a dire: bello, leggetelo.”
30 marzo, 2010

Gioia

Erika Arosio
“…e ne e’ uscito un romanzo bellissimo, con tutta la ricchezza e il dolore della storia degli ultimi cinquant’anni, dove a vincere sono la verita’, ’emozione e un profondo senso di riconciliazione.”
febbraio, 2010

 


L’Unione Sarda

Alessandra Menesini
“Concreta, vivace, sicura, la penna di Camilla Trinchieri rifugge dai toni accesi come dagli effetti melodrammatici.”
7 marzo, 2010

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Cercando Alice su Internet

 


Atlantidezine
di Barbara Ferraro
“…Di solito amo scrivere recensioni che abbiano qualcosa di intimo e personale, che suggeriscano al lettore l’idea di quanto sia prezioso un testo, quanto sia stato intenso per me leggerlo. Adesso sono in ambasce: su questo romanzo scrivo e scrivo per arrivare a dire sempre e banalmente: è bello, ragazzi, compratelo!
C’è così tanta intensità nelle personalità, così tante sfaccettature nei protagonisti. C’è il dolore, sembra vero, palpabile e non è consueto incontrarlo così vissuto. C’è la gioia del ritrovarsi, di essere, di sopravvivere e vivere. C’è uno stile attento, senza cadute; che non inciampa in frasi furbette che attraggano il lettore per poi deluderlo nel lasciarlo sospeso, in attesa di qualcosa che non arriva….”
aprile 12, 2010


Libreria Croce di Roma

Elettra Caporello

 

“E’ il secondo libro tradotto e pubblicato in Italia di Camilla Trinchieri che scrive in inglese, e che una volta scriveva (mi dicono) gialli.
Cercando Alice è una storia con molti riferimenti autobiografici, ben scritta e ben tradotta, con un’impostazione originale e – opinione personale – incredibilmente avvincente per la sua capacità di scavare nei personaggi e di descrivere così bene ambienti e atmosfere che pare di sentire addirittura gli odori.
Forse piacerà più alle donne che agli uomini, perché è una storia davvero al femminile. Io so che sono rimasta affascinata, il che, pur essendo una lettrice accanita, non mi capita spesso.”

 

http://www.libreriacroce.it/Sito/scegli_un_autore_come_scegli_un_amico.html

 


 

Affaritaliani.it

di Antonio Prudenzano

 

“‘Cercando Alice’ è un romanzo profondamente al femminile, ricco di pagine intense, di riflessioni che fanno male, e l’alternanza tra le due voci che comunicano empaticamente a distanza regala ritmo poetico al libro.”

 

“Camilla Trinchieri è una cittadina del mondo (scopri in fondo all’articolo la sua ‘movimentata’ biografia, ndr) oltre che un’autrice d’altri tempi: “Cercando Alice” (traduzione di Erika Bianchi), in uscita il 21 gennaio per Marcos y Marcosche Affaritaliani.it ha letto in anteprima, è un romanzo classico, linguisticamente e non solo, di quelli in cui ormai è sempre più difficile imbattersi nella letteratura contemporanea post-Anni Zero, troppo ossessionata dalla smania di ‘andare oltre’ nella trama e nello stile da dimenticarsi che esiste una via ‘tradizionale’, maestra, che può ancora oggi regalare piccole grandi narrazioni. E che può ancora oggi avere senso, essere rivoluzionaria nella sua apparente assenza di discontinuità.”

 

Mercoledí 20.01.2010 09:00

 

http://www.affaritaliani.it/culturaspettacoli/cercando_alice_marcos_y_marcos_di_camilla_trinchieri160110.html

 

 


wuz cultura & spettacolo

Marilla Piccone

 

“E’ un bel libro, Cercando Alice. I personaggi, sia quelli maggiori sia quelli minori, sia gli adulti sia i bambini, sono tutti belli. E’ bella la storia di famiglia tratteggiata sull storia d’Italia e d’Europa durante la guerra. E alla fin fine Cercando Alice e’ una somma di ricerche: ricerca della madre  della verita’, ricerca della propria identita’, sia di Susan in quanto figlia sia di Alice che non sa piu’ chi sia, all’ombra di un uomo affascinante e imperioso.”

28 febbraio, 2010

http://www.wuz.it/recensione-libro/4262/cercando-alice-camilla-trinchieri.html

 


Nerugiada

“Se fossi nella casa editrice, ho pensato, questo libro lo promuoverei ovunque…perche’ il libro e’ bello, ma bello bello…Ci sono profili di donna bellissimi. Ne senti il profumo. Ci sono luci e ombre e ci sono colori, ci sono odori…ci sono le persone, vere, vive.”
11 marzo, 2010

 


DonneDemocratiche.it

“Cercando Alice e’ un romanzo profondamente al femminile, ricco di pagine intense, di riflessioni che fanno male, e l’alternanza tra le due voci che comunicano empaticamente a distanza regala ritmo poetico al libro”
16 aprile, 2010

 


FusiOrari

di Mimma Marongiu
“Il romanzo e’ un giallo che si tinge di rosa, uno splendido e trascinante tributo alla forza dell’amore che lega una madre ad una figlia.”

http://www.fusiorari.org/fusiorari/html/modules.php?name=News&file=article&sid=2250

 


 

Livres & Bijoux

Isabella Borghese

“L’autrice, guidata dalla delicatezza e da una rara sensibilità riesce a conquistare il lettore mentre suggerisce che nella vita la memoria detiene il pregio di essere una compagna necessaria e la capacità di dar vita anche a ciò che è già e un senso a quello (o a chi) deve ancora nascere.”

“Cercando Alice. Un romanzo femminile che nell’assenza di una madre riesce a narrare il valore della famiglia e tutto ciò che ad essa può ruotare intorno. Quando nell’assenza di una madre esiste la generosità e la forza di una donna.”

26 aprile 2010

http://lecollanediisab.blogspot.com/2010/04/racconto-la-mia-lettura-di-cercando.html

 


Libri, Consigli e Pensieri

Continua imperterrito lungo la sua strada l’editore Marcos: pubblicare pochi libri, in cui crede. Sembra un miracolo, dati i tempi che corrono. E sbaglia pochi libri, parola di libraio. Anche Cercando Alice coglie nel segno: i lettori troveranno un romanzo profondamente al femminile, che scorre lungo i binari della grande storia, concentrandosi sul rapporto speciale che esiste, si crea e si alimenta giorno dopo giorno tra una madre e una figlia. E lo scenario storico scelto è quello tragico dell’Europa lacerata dalla Seconda Guerra Mondiale.Elementi non da poco, ad arte proposti!

24 febraio 2010

http://buoneletture.wordpress.com/2010/02/24/camilla-trinchieri-cercando-alice-marcos-y-marcos/

 


BlogList Libri

“E’ certamente un invito alla riflessione che spesso fa tanto male al cuore ma necessaria per non dimenticare l’amore di una madre. ” Cercando alice” è uno strumento, un tramite per riscoprire un po’ dell’amore della nostra mamma.”

2 febraio 2010

http://www.votailprof.it/Blog/Libri/Cercando-Alice-di-Camilla-Trinchieri-169781

 

 


 

“In questo romanzo Camilla Trinchieri, nata da madre americana e padre italiano a Praga, riversa molto della sua movimentata biografia personale, con un interrogativo di fondo intimo e al tempo stesso universale: quanti tradimenti può sopportare una donna?”
22 febraio 2010

Marcos Y Marcos

http://www.marcosymarcos.com/Cercando_Alice/Esporta1.htm

 


Rinascita e Cultura Blog

http://rinascitaecultura.wordpress.com/2010/01/06/cercando-alice-cammilla-trincheri/

 


Elle.it 14 Gennaio 2010

http://www.elle.it/entertainment/libri/cercando-alice

 


MARIE CLAIRE #2-febbraio, 2010

Intervista di Claudio Spadoni

 


La Feltrinelli

http://www.lafeltrinelli.it/products/9788871685151/Cercando_Alice/Camilla_Trinchieri.html?cat1=1&cat2=1024&cat3=20035

 


Radio 101
http://accessibile.r101.it/extra/libri_dettaglio/261

 


La Revista dei Libri Gennaio 2010
http://www.larivistadeilibri.it/libreria.html

 

Cercando Alice


UNO

Cambridge, Massachusetts, gennaio 1956

La casa scricchiola, si prepara per la notte. David in soggiorno
batte a macchina un articolo su cui lavora da almeno sei mesi. Io sto in poltrona nel mio studio, piedi in alto sul davanzale, vescica piena, troppo stanca per alzarmi, troppo impegnata ad accarezzarmi la pancia, a dare la buonanotte alla vita che mi cresce dentro. Dodici settimane. Grande come un pugno, dice il dottor Page.

Con la gravidanza, mi è tornato il pensiero di mamma. Il bisogno di lei, la voglia di averla qui a farmi da guida. David è amorevole, premuroso. Disposto a fare la spesa, cucinare, lavare i piatti, spazzare per terra. È pronto a tutto pur di garantirmi serenità e riposo e io lo amo ancora di più per questo, ma non so cosa darei per poter dire “Mamma, aspetto un bambino”, e inondarla di una felicità capace di scaldarla, di accenderle il viso d’orgoglio. Il mio bambino, suo nipote.

Sono piena di domande. Sognava mai che suo figlio sarebbe nato con un buco nel cuore per mancanza d’amore? Che girandosi nel sonno lo avrebbe soffocato col suo peso? Quando passa la paura? Al primo calcio? nell’istante in cui viene al mondo e grida?

Nelle mie fantasie le chiedo di mettermi la mano sulla pancia e dirmi il sesso del bambino. Le è sempre piaciuto, indovinare. Femmina, dice, e iniziamo a snocciolare una sfilza di nomi possibili. La vedo ridere di gusto, abbracciarmi, dirmi non aver paura, andrà tutto bene.

Ho ricominciato a fare quel vecchio sogno di mamma.

Rotoliamo giù dalla montagna tra neve e rocce. In fondo ci aspetta un letto nero di abeti. Sopra, il filo spinato della frontiera italosvizzera risuona di mille campanelli, annuncio del Natale, allarme per le guardie tedesche. Mi stringo al petto la mia sorellina e sento i fianchi di mamma accogliere i miei, le sue braccia cingermi la vita, il suo mento uncinarmi la spalla. Valanga umana, rotoliamo verso ciò che percepiamo come la salvezza.

Romanticherie. Falsità. Illusioni.

Da quella notte di dodici anni fa sul Monte Bisbino, mamma ha continuato a entrare e uscire dal mio mondo. A volte ho avvertito la sua presenza come l’arto fantasma di un amputato, e nei miei sogni le ho rivolto un’infinità di domande, ora serie ora sciocche. Dovrei tagliarmi i capelli? Va bene se il mio ragazzo mi tocca il seno? Se mi sposo continuerò ad amarlo, e lui ad amare me? E per quanto tempo?

Perché non sei qui ad aiutarmi? Che fine hai fatto?

Altre volte l’ho ridotta a un puntino nel cuore, come se vivere senza madre andasse benissimo e non ci fosse niente di strano. C’era papà a prendersi cura di me. Non ero un’orfana come tanti, dopo la guerra.

Papà ha sempre sostenuto che mamma è stata uccisa la notte di Natale del 1943 mentre tentava di lasciare l’Italia infestata di nazisti con due delle sue figlie. Io e Claire. Ho creduto a questa storia negli anni dell’adolescenza, quando ero troppo immersa nel presente per metterla in discussione. Eppure anche allora, se mi chiedevano di mia madre, nel rispondere sentivo dispiegarsi il dubbio. “È stata uccisa in guerra”. Da adulta, non posso fare a meno di pensare che la sua morte sia la spiegazione facile, pulita, quella che lascia tutti innocenti. Tutti tranne me.

Forse papà conosceva il finale alternativo della storia di mamma. Prima che morisse l’ho tempestato di domande, ma la risposta era sempre la stessa: “Alice è morta. Per favore, Susie, lasciala  riposare in pace”. Sono rimasta a barcollare su un terreno incerto.

La sua morte è una bugia, o fu lei a decidere di andarsene perché senza di noi sarebbe stata meglio? Cosa racconterò alla mia bambina della nonna che non avrà mai? Voglio che mia figlia cresca senza  dubbi. Credo che esista una verità diversa e ho bisogno di cercarla.

Ho bisogno di liberarmi del mio senso di colpa. Di sganciarmi dal  passato. Mi restano solo sei mesi, poi la bambina sguscerà dal mio grembo. Avrà bisogno di tutta me. Le prometto che mi avrà. Sono stata una cattiva figlia. Sarò una buona madre. Lo prometto.

Non ho prove che mamma sia ancora viva, ma quella notte sul Monte Bisbino io c’ero. Se l’avessero ammazzata i tedeschi, avrei sentito gli spari. Non partì un solo colpo.

Camilla Trinchieri

Camilla Trinchieri nasce a Praga, figlia di un diplomatico italiano e di un’americana. Gira il mondo, studia a New York e va a vivere a Roma.

Per diciassette anni lavora nel cinema come assistente al doppiaggio; è fiera di aver lavorato con Fellini e Visconti. Poi la sua vita privata va in tilt e lei lascia l’Italia.

Un lettore di tarocchi le rivela che a New York si sarebbe ricongiunta con il lato più creativo di sé. Nell’attesa si guadagna da vivere vendendo pasta De Cecco a Little Italy.

Scrivendo lunghe lettere agli amici romani, scopre il piacere di narrare. Storie di donne, sentimenti, misteri, con il punto di vista peculiare di una newyorkese nata a Praga che si sente molto italiana.

I primi libri li firma Camilla Crespi: Trinchieri è difficile da pronunciare. Con Il prezzo del silenzio comincia a usare il suo vero nome perché ci mette tutta se stessa.

In Cercando Alice ha trapiantato tasselli fondamentali della sua storia personale e della storia dell’Europa negli ultimi anni di guerra: tra primi abbozzi, ricerche, sopralluoghi, interruzioni per altri libri, ci ha lavorato per più di dieci anni.

E ora che è venuto alla luce, si sente più leggera: promette di tornare a dipingere.  Nuove storie, però, minacciano già di rapirla.

Camilla vive e lavora nel Greenwich Village.

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